
Come trasferire le buone pratiche adottate da un Comune ad un altro per favorire lo sviluppo economico e turistico sostenibile: questo lo scopo del progetto dedicato all’adeguamento della metodologie urbanistiche e di programmazione territoriale del Comune di Torrecuso (Benevento) alle esigenze di una “Città del Vino”, tenendo conto, in questo caso, di ciò che stanno facendo tre Comuni in altrettante diverse aree del Paese: Rapolano Terme (Siena), Bomporto (Modena) e Provincia di Perugia.
Il progetto, coordinato dalla Direzione Generale per la Politica Regionale Unitaria Comunitaria - Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica - Ministero dello Sviluppo Economico, è destinato al Comune di Torrecuso (Benevento) tramite l’intervento della Regione Campania – Assessorato all’Agricoltura. I risultati del progetto saranno presentati il 18 novembre alla Triennale di Milano, (dalle ore 17 presso la Sala d’Onore) in occasione di Urbanpromo 2015.
Il progetto nasce da una collaborazione tra il Dipartimento per lo sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico, l’Associazione Nazionale Città del Vino e Federculture e vede come beneficiari il comune di Torrecuso (Benevento) e l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania per il trasferimento delle pratiche di successo nel settore della pianificazione urbanistica da parte dei comuni di Rapolano Terme (Siena) e Bomporto (Modena). Entrambi i comuni si sono distinti nella elaborazione della loro pianificazione urbana particolarmente attenta alla valorizzazione del patrimonio vitivinicolo e paesaggistico e conseguentemente alla tutela del territorio rurale. Il comune di Torrecuso, beneficiario del progetto, è un comune del beneventano, caratterizzato da una alta vocazione vitivinicola, che vanta la produzione di vini di pregio tra cui il rinomato Aglianico del Taburno da poco insignito della qualifica di DOCG. Il territorio, immerso nel Parco regionale del Taburno Camposauro e delimitato dal fiume Calore, ancora conserva una economia e una ambientazione prevalentemente legata alla agricoltura; offre gradevoli paesaggi collinari coltivati in prevalenza a vite e godibili panoramicamente dall’altura su cui è arroccato il borgo medievale in stato di semiabbandono. In posizione centrale si erge il vecchio castello, poi trasformato sul finire del diciottesimo secolo in palazzo Cito-Caraccciolo, il quale, recentemente restaurato grazie ad importanti finanziamenti regionali e comunitari, ospita in parte gli uffici comunali ed in parte è stato opportunamente attrezzato per dar vita ad una Scuola del Gusto che non ancora è stata attivata. Anch’essa è oggetto di un contestuale gemellaggio con la Provincia di Perugia.
L’amministrazione di Torrecuso, da sempre sensibile alla difesa e al potenziamento del proprio patrimonio vitivinicolo ed orientata ad uno sviluppo nel settore del turismo enogastronomico, ha accolto con grande entusiasmo il progetto di gemellaggio. L’amministrazione ha difatti avviato la propria pianificazione comunale attraverso la stesura di un Pano Urbanistico Comunale che sarà opportunamente orientato ed integrato verso un “Piano Regolatore della Città del Vino”, secondo le indicazioni delle “Linee Guida” eseguendo le pratiche di eccellenza dei comuni di Bomporto (MO) e Rapolano Terme (SI).
Il progetto di gemellaggio è stato articolato in diversi incontri e sopralluoghi realizzati nei rispettivi territori dei comuni coinvolti, presso i quali si sono analizzati gli aspetti dominanti che a vario titolo influenzano la pianificazione territoriale e di conseguenza l’assetto paesaggistico di tali aree caratterizzate dal comun denominatore identificato nella produzione di vini di pregio. Partito nell’aprile del 2014, il progetto si avvia alla sua conclusione prevista per aprile 2015.
Nel corso del progetto sono stati messi a confronto gli strumenti normativi e i sistemi di pianificazione delle diverse regioni e le modalità di attuazione a livello comunale, la tipologia e le caratteristiche delle diverse cantine e dei vigneti, gli elementi tipici dei paesaggi e le loro caratterizzazioni, l’edilizia rurale e le modalità di conservazione e\o trasformazione nel rispetto del paesaggio; le modalità di coinvolgimento degli operatori vitivinicoli; l’assetto socio economico dei territori stessi; le azioni messe in campo per il controllo di consumo di suolo e l’incentivazione di azioni che favoriscano l’uso di energie da fonti rinnovabili.
Il comune di Bomporto (MO), offerente della buona pratica della applicazione delle Linee Guida di Città del Vino per la redazione del proprio Piano Strutturale Comunale ed insignita dall’Associazione Nazionale Città del Vino e dall'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) del premio come "Miglior PRG delle Città del Vino 2010", ha offerto un eccellente esempio di applicazione delle stesse. Qui è stata elaborata una zonazione vitivinicola del Piano che ha identificato i terreni più vocati alla coltivazione della vite orientando l’intera pianificazione territoriale anche a livello provinciale. L’identificazione dei terreni più adatti alla viticoltura ha determinato la rielaborazione del percorso di una strada provinciale già programmata, che ne avrebbe compromesso l’esistenza. Si è concretamente preservato il suolo agricolo limitando la nuova edificazione strettamente alle esigenze delle aziende agricole specializzate; si è favorito lo sviluppo delle attività che valorizzano le emergenze storico-architettoniche ed il loro corredo paesaggistico-ambientale. Il comune di Bomporto vanta la produzione di vini di pregio quali il Lambrusco, di una eccellente produzione di Aceto unico nel suo genere e dalla produzione di Pere Dop; il territorio è caratterizzato dalla presenza di eleganti ville storiche che si sviluppano lungo il fiume Panaro (una decina) e che si prestano al mercato degli eventi (ricevimenti di nozze, pranzi aziendali e convegni). L’attività turistica, infatti, risulta peraltro molto ridotta e del tutto marginale rispetto alle città storiche quali Bologna, Modena e Parma e rispetto ai circuiti dell’automobile. Anche le imprese e le cantine di Bomporto di dimensione medio grande, hanno un indotto scaturito quasi totalmente dalla produzione e vendita di uve e vini essendo assente l’indotto turistico. L’economia del territorio è in definitiva trainata dalla presenza di rilevanti realtà industriali quali la Evobus, la McDonalds ecc. Ciò nonostante l’azione della amministrazione e della comunità ha comunque posto l’accento sul proprio territorio agricolo e rurale. Quest’ultimo, da zona residuale, con valore associato soprattutto all’offerta di servizi per la città, acquisisce uno status autonomo che detta i valori alla società e non viceversa.
Per quanto riguarda il comune di Rapolano Terme, questo è stato insignito dalla menzione sempre nel 2010 da parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino e dall'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) per l’eccellenza del proprio "PRG Città del Vino". Facente parte del territorio delle Crete Senesi, comprensorio turistico tra i più noti della Toscana, produttore di oli e vini pregiati DOC e DOCG tra cui il DOC Grancie Senesi, è un comune ricco di elementi di interesse quali: il sistema del Grancie, il settore vitivinicolo, il sistema termale, la presenza di cave di travertino (in parte dismesse e oggetto di un recente progetto comprensoriale di riqualificazione e riuso quale parco di molteplici attrazioni ricreative e culturali), il settore della pastorizia e il settore turistico particolarmente sviluppato. Si tratta di un territorio caratterizzato da cantine e aziende vitivinicole di elevato pregio, quasi sempre ubicate in dimore storico-artistiche di notevole valore e da una morfologia collinare che definisce il caratteristico paesaggio perfettamente tenuto e conservato. Questo anche grazie al processo storico che lo ha determinato e alla cultura contadina che per secoli se ne è presa cura.
Il Comune ha fatto propria la metodologia trasmessa dalle Linee Guida ed ha impostato il proprio Piano Strutturale Comunale secondo i fondamenti della stessa, identificando il focus della propria pianificazione in un riequilibrio del rapporto tra città e campagna. La positiva esperienza di Rapolano Terme permette in particolare di fare proprie una serie di direttive metodologiche trasmesse al territorio di Torrecuso nel corso del progetto, che di seguito si riportano:
1. Comprendere le regole insediative storiche e perpetuarle: identificare il genius loci e rispettarlo, studiare attentamente potenzialità e limiti d’uso dei suoli agrari. Considerare le peculiarità del territorio come una risorsa da usare e non come un limite da abbattere; ascoltare le popolazioni e gli agricoltori; coinvolgerli nella stesura di regole d’uso e di comportamento sagge; nel controllo della loro bontà ed efficacia e nella manutenzione dell’ambiente,
2. Frenare il consumo di suolo. Non solo in termini di case ma anche di infrastrutture. Indurre la città a svilupparsi per sostituzione e densificazione, e non per espansione; marcare i confini tra città e campagna con elementi anche fisici, che segnino il “fuori” e il “dentro”, come orti periurbani, parchi, attrezzature sportive, alberature e sistemazioni verdi in generale.
3. Curare l’edilizia rurale, sia restaurando con attenzione l’esistente, sia costruendo nuovi edifici di alta qualità funzionale, energetica ed estetica; inserire con attenzione le nuove tecnologie; rimuovere i relitti stradali e i manufatti strumentali in abbandono (capannoni); curare insegne e segnaletica.
4. Curare l’inserimento nel territorio di infrastrutture, come viabilità, opere d’arte, linee di trasporto dell’energia, installazioni per le comunicazioni, tecnologie necessarie per usare fonti rinnovabili d’energia. Evitare, in particolare, che le infrastrutture ledano o interrompano la continuità dei suoli vocati all’agricoltura.
5. Curare il rapporto con l’acqua, sia come indispensabile equilibrio idrogeologico (prevenzione delle alluvioni e delle frane), sia come risorsa per l’agricoltura e gli insediamenti umani, in questa fase in cui le piogge si riducono di quantità e si distribuiscono in eventi più rari e intensi (conservazione, risparmio), sia – infine – come elemento di grande valore paesaggistico (coste di mare, laghi, fiumi).
6. Promuovere la cultura del paesaggio e la consapevolezza ambientale e paesaggistica, anche per gli interventi di trasformazione agraria; prevedere una manutenzione anche leggera ma costante dell’ambiente (viabilità minore, corsi d’acqua), ripulire regolarmente i margini dei boschi e i bordi delle strade d’attraversamento, anche per prevenire incendi.
7. Incoraggiare l’evolvere delle colture verso conduzioni biologiche o anche biodinamiche, per ridurre drasticamente, e in prospettiva eliminare, l’uso di ammendanti chimici.
8. Usare sul posto i residui di sfalci e potature, sia come fertilizzante (compost) sia come fonte d’energia (biomassa).
9. Promuovere la “filiera agroalimentare corta”, per valorizzare le produzioni locali e la tipicità, ridurre i consumi e gli inquinamenti da trasporto, migliorare la qualità dell’alimentazione (salute) e rafforzare i legami economici e culturali delle popolazioni col territorio.
10. Controllare nel tempo gli effetti dei piani, dei programmi, dei progetti e delle azioni che interessano la campagna, soprattutto di quelli che introducono innovazioni.
Sotto il profilo operativo ad una serie di incontri di analisi e di studio delle buone pratiche il progetto di gemellaggio ha affiancato una serie di incontri e di laboratori partecipati sia con i progettisti del Piano Urbanistico Comunale che con gli operatori di settore quali: coltivatori, proprietari di aziende agrituristiche e cantine al fine di trasmettere gli elementi portanti delle buone pratiche e di raccogliere idee, suggerimenti, proposte. Sulla base di quanto è emerso si sono elaborati gli “Indirizzi per la stesura del PUC di Torrecuso”.
Il progetto di gemellaggio ha già visto ricadute positive: anzitutto il rafforzamento della reciproca collaborazione. I tre comuni, insieme con l’Associazione Città del Vino e l’Università di Firenze hanno difatti congiuntamente presentato alla Commissione Europea, ad ottobre 2014, un progetto sul bando LIFE per sviluppare e includere nel Piano Regolatore del Vino ulteriori temi di interesse per lo sviluppo sostenibile (applicazione alle Unioni di Comuni, gestione delle biomasse, adeguamento ad eventi eccezionali quali quelli che hanno interessato il Comune di Bomporto, coinvolgimento degli stakeholder, etc.); nelle prossime call comunitarie è inoltre previsto lo sviluppo di ulteriori progetti con il coinvolgimento della rete europea delle Città del Vino.