
di Vincenzo Coli
Si interroga e si risponde da solo il direttore Giancarlo Ferrario, nell'editoriale di presentazione di ChiantiSette, la nuova testata voluta da Dmedia, società milanese specializzata nell'informazione locale, che attraverso il circuito iNetweek manda in edicola 47 settimanali distribuiti tra Lombardia, Piemonte, Val d'Aosta, Liguria e ora anche Toscana grazie appunto alle pagine dedicate alla Val Bisenzio e al territorio reso famoso dai vigneti tra i più celebrati d'Italia. Siamo forse matti, è la domanda che Ferrario rivolge ai lettori, a dare vita a un giornale di carta proprio nell'era di internet e dei social media? No che non siamo matti, anzi.
Non esiste solo l'Italia da prima pagina delle metropoli e delle grandi città, dove girano soldi e si fa opinione, ma anche l'Italia sommessa ma vitalissima dei centri urbani medi e piccoli, delle comunità diffuse che vantano senso d'identità e orgoglio d'appartenenza, dove si lavora sodo e si pratica la cultura della solidarietà. Una società (g)local fatta di numeri piccoli ma importanti, ricca di storia e di storie, che merita di far sentire la sua voce chiara e forte. ChantiSette e ChiantiBisenzio hanno deciso di rappresentare questi territori raccontandone i problemi e sollecitando le relative soluzioni, cogliendo le aspettative dei cittadini, seguendo l'attività delle tante associazioni sportive e culturali, dando spazio ai progetti di chi amministra la cosa pubblica, valorizzando le imprese che garantiscono occupazione. E facendo buona, sana cronaca, anche quella più spicciola, che è il sale di qualsiasi giornale. C'è curiosità e attesa, nei tanti paesi che messi in fila danno come somma un mercato niente male. Ecco perché non sono matti, quelli di Dmedia.
Importante sarà per queste testate trovare la pubblicità che le mantenga in vita, perciò sperano nelle realtà produttive locali. Che nel Chianti, ad esempio, si identificano in una filiera agroalimentare di assoluta eccellenza. Il vino, naturalmente, e le carni rosse : non a caso tra i sostenitori della scommessa giornalistica ingaggiata in terra di Siena spicca Dario Cecchini di Panzano, il macellaio-poeta che ai tempi della Mucca Pazza i telegiornali mostravano dietro il suo bancone, mentre, davanti ai clienti paesani e agli amici intellettuali inglesi del Chantishire, nell'affondare lame nelle lombate declamava Dante e improvvisava versi in difesa della bistecca.