Il ruolo dell’agricoltura e la centralità dei Comuni

Il ruolo dell’agricoltura e la centralità dei Comuni

Sostenete le ragioni dell'agricoltura italiana di qualità” era l’appello che l’Associazione Nazionale Città del Vino aveva lanciato ai candidati alle elezioni del 2013. In quel momento di crisi generale, che investiva sia i consumi che l’etica politica, le pubbliche amministrazioni e le imprese mostravano grande difficoltà a sviluppare le loro iniziative. Difficoltà oggettive, dettate dall’andamento delle economie nazionali e internazionali, ma anche provocate da insufficienti politiche da parte dei governi che nel corso degli anni si sono succeduti alla guida del nostro Paese.

Oggi come allora l’agricoltura e le attività indotte che le stanno attorno raramente sono al centro del dibattito politico e men che meno presenti nella campagna elettorale che porterà al nuovo Parlamento il prossimo 4 marzo, insieme alle nuove cariche regionali in Lazio e Lombardia. Occorre invece continuare a ribadire il ruolo dell'agricoltura e la centralità dei Comuni come unici strumenti utili per un efficace controllo del territorio sotto vari di vista: urbanistico, ambientale, produttivo, sociale. Inoltre, accanto a questo tema fondamentale, l’Associazione vuole nuovamente ricordare il sostegno che si dovrà dare al Terzo Settore nelle sue espressioni non solo di servizio culturale e sociale, ma anche di associazionismo di prodotto, così come rappresentato, ad esempio, dalle Città di Identità che in base ai loro concreti progetti e programmi sono testimoni delle istanze che provengono direttamente dai territori amministrati e dai cittadini. E, ancora, l'impegno che andrebbe riservato al turismo enogastronomico (strade del vino e dei sapori, raccolta e analisi dei dati, comunicazione web e social, marketing territoriale, ecc.) e ad una pianificazione urbanistica, agricola e alimentare (piani regolatori dei territori vinicoli, urban food planning, distretti del vino e del cibo, ecc.) finalizzata ad uno sviluppo locale sostenibile e di qualità. 

Alcune tappe sono state recentemente “segnate” - come l’approvazione del legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e dei territori montani e rurali, l’introduzione del Testo Unico del Vino o il riconoscimento nella Legge di Bilancio sia dei Distretti del cibo, un nuovo strumento per garantire ulteriori risorse alla crescita e al rilancio a livello nazionale di filiere e territori, sia dell'opportunità di intervenire a sostegno di uno spicchio importante di un settore strategico com’è quello vitivinicolo - ma c’è ancora molta strada da fare. La proposta legislativa sulla “disciplina dell’attività dell’enoturismo”, che prevede tra l’altro la creazione di un Osservatorio Nazionale dell’Enoturismo presso il MIPAAF d’intesa con il MIBACT, è ad esempio ferma alla Camera. Così come pure sono allo stato dell’arte insufficienti gli interventi di supporto e divulgazione in favore delle diverse articolazioni della multifunzionalità agricola (agriturismo, agricoltura didattica, agricoltura sociale, ecc.), un fattore chiave per consentire alle imprese agricole di essere reattive agli stimoli di mercato, integrare le fonti di reddito e aumentare l'integrazione con il territorio. 

Nel dare fin da ora il benvenuto a coloro che saranno i nuovi rappresentanti istituzionali, le Città del Vino vogliono porre all’attenzione delle forze politiche in gara i punti appena accennati ripercorrendo brevemente le posizioni dell'Associazione su tematiche e criticità che, pur non essendo esaustive, indicano quali potrebbero essere le prime importanti azioni da intraprendere da parte del nuovo esecutivo a sostegno del mondo agricolo e di tutte quelle attività che, in modo diretto o indiretto, contribuiscono al “capitale” di esperienze, lavori e saperi che devono essere salvaguardati e che sono potenziali produttori di nuova economia. E chiedono impegni precisi ai partiti perché tengano conto di queste indicazioni e, al tempo stesso, al nuovo Presidente del Consiglio che i settori dell’Agricoltura, del Turismo, dell’Ambiente (i tre elementi che s’intrecciano in modo virtuoso) siano affidati a personalità competenti, in grado di sapersi coordinare tra loro, dialogando, evitando sprechi di energie e di risorse.

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