Abitare la campagna. Nuovi luoghi e nuovi modi

Abitare la campagna. Nuovi luoghi e nuovi modi

Non esiste più una pressoché precisa sovrapposizione tra chi lavora e chi vive nelle zone agricole: un tempo chi lavorava la terra essenzialmente abitava sul luogo, al massimo nel centro urbanizzato più prossimo. Adesso il lavoro in campagna è cambiato, ed è sempre minore la stabilità dei lavoratori agricoli. Ovvero, la maggior parte dei lavori in agricoltura, vuoi per il cambiamento culturale del lavoro, vuoi per la crisi economica, viene svolta da lavoratori stagionali, a tempo determinato, con contratti “atipici”. E sempre di più sono i lavoratori immigrati.
Questi argomenti sono stati al centro di un incontro che si è svolto in occasione di UrbanPromo (Triennale di Milano, 11-14 novembre 2014), l'appuntamento dedicato al marketing urbanistico ideato da INU (Istituto Nazionale di Urbanistica). L'Associazione Nazionale Città del Vino ha partecipato organizzando un incotro sul tema "Abitare la campagna. Nuovi luoghi e nuovi modi". Il discorso dell’abitare la campagna, o comunque i luoghi extra cittadini, i piccoli centri agricoli, pone due questioni essenziali: il governo di questo sviluppo, tematica che Città del Vino da anni affronta; quali sono i nuovi modi di “abitare la campagna”, sempre intendendo i luoghi un tempo essenzialmente accomunati alla ruralità.

L'incontro è stato coordinato da Valeria Lingua (Università di Firenze), esperta di pianificazione territoriale e sviluppo locale, collaboratrice dell’Associazione Nazionale Città del Vino per i progetti legati al Piano Regolatore delle Città del Vino.

Sono intervenuti:

Camilla Perrone, Università di Firenze?
”Suburban way of life”: reinventare l’urbano per ri-abitare la campagna” – Nuovi stili di vita, nuovi lavori, nuove socialità capaci di riscrivere il rapporto tra corpi contemporanei e terra eterna, tra tradizione e innovazione, tra stanzialità e navigazioni planetarie, conquistano oggi una centralità de facto rispetto a cui è doveroso impegnarsi e intraprendere quindi percorsi di riscrittura delle regole dell’economia e di un nuovo welfare rurale, nello sforzo di interpretate (e pianificare) il contesto delle trasformazioni contemporanee agro-rurali, sia insediative che lavorative

Angelo Radica, Sindaco di Tollo
“Pianificare la ruralità” – Come una pubblica amministrazione affronta il problema della pianificazione della ruralità. L’esempio di un piccolo Comune, che ha fatto della viticoltura di qualità un punto fermo e significativo per lo sviluppo economico e sociale.

Ennio Nonni, Comune di Faenza
“Paesaggio e agricoltura: una direzione obbligata” – Gli studi concreti che dalla pianificazione del paesaggio scendono fino alla scala del singolo intervento in un’ottica di massima sintesi, semplicità e comprensione. L’esempio è quello dei comuni associati della Romagna faentina.

Patrizia Tassinari, Università di Bologna
“Quale edilizia per una nuova ruralità” – Se da un lato il periodo del boom economico ed industriale degli anni Settanta, con il suo grande richiamo di agricoltori dalla campagna alla città, sembra aver cancellato la funzione della campagna quale ‘luogo da vivere’, dall’altro lato la Convenzione Europea del Paesaggio (2000, e successivi provvedimenti) e gli indirizzi di sviluppo rurale stanno riportando all’attenzione tale potenzialità. A questo si aggiunge una sempre più diffusa cultura e consapevolezza tra la popolazione del valore e del ruolo della campagna quale risorsa per una produzione di beni materiali e non (agro-ambientali-culturali-sociali), da fruire come turisti oppure come nuovi abitanti.

Emanuele Bottiroli, Direttore del Consorzio dell’Oltrepo Pavese
“II lavoro e la bellezza. Il punto dei vista dei produttori” – La qualità della produzione è strettamente legata alla qualità della vita nelle aree rurali. L’esperienza di un Consorzio di tutela che fa della salvaguardia dell’identità territoriale la propria forza

Paolo Mazzoleni,  BEMaa, Comune di Milano, Poli.design – Consorzio del Politecnico di Milano
Stili di vita e politiche dell’abitare: il possibile ruolo dell’abitare collaborativo e dell’ housing sociale nei contesti rurali

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